Stelvio Arduino

Al liceo Fermi di Aversa ho trascorso cinque anni meravigliosi, in cui gradualmente sono diventato uomo, ho allargato i miei orizzonti e ho compreso quelle che erano le mie inclinazioni e i miei desideri per l’avvenire, inizialmente incerto e non ben definito. Mi mancano di sicuro l’amicizia, la spensieratezza e la voglia di conquistare il mondo. I nostri erano rapporti basati sul contatto umano, diretto, quotidiano. Ancora ricordo con nostalgia il suono del citofono quando al pomeriggio il mio migliore amico veniva a cercarmi per andare in giro. Un’emozione che per gli adolescenti di oggi ha un tono cibernetico, che proviene da uno schermo che troppo spesso rappresenta un muro che porta all’isolamento. Pensando a questo rimpiango di aver fatto spesso gruppo con alcuni amici allontanandone altri. Manifestazioni che credevo goliardiche sono invece a volte sfociate in quello che oggi viene definito bullismo. Mi conforta però vedere come oggi i giovani, forti di una consapevolezza e di una sensibilità diversa nei confronti del bullismo, si aprano sempre di più con amici, genitori e istituzioni isolando il fenomeno e non più l’individuo.

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