Presentazione

Chi siamo

Dal 1967, anno della sua nascita come nuovo indirizzo dell’illustre Liceo Classico D. Cirillo, ad oggi quanti e quali cambiamenti ha conosciuto il Liceo Scientifico “E. Fermi”! A partire dalla sede, oggi diremmo dell’ambiente di apprendimento, ospitata prima in un garage del palazzo Scala, in via Ettore Corcionie successivamente a partire dagli anni ’70 nei locali del Convento dei Carmelitani che in seguito ai danni subiti a causa del terremoto del 1980 fu dichiarato inagibile. Nel frattempo il Liceo “E. Fermi”, che nel 1972 diventa autonomo (si diplomano in quell’anno 40 alunni), non ha più una sede e viene ospitato nei locali della Ragioneria. Si racconta che l’allora vicepreside prof. Umberto Mazzarella, occupò l’edificio che ancora oggi è la sede del Liceo Scientifico “E. Fermi”, situato nella parte orientale della città, a ridosso della stazione ferroviaria.

Studenti
Studenti

Il Fermi cresce a dismisura e germinano dal Fermi sedi distaccate a San Cipriano d’Aversa (attualmente Liceo Segrè), nella stessa Aversa nasce la succursale del Siani (in seguito a dimensionamento nell’anno 2009/10 diventa autonomo dando vita al Liceo scientifico Siani); è la volta poi della sede distaccata di Trentola Ducenta (che per effetto del dimensionamento nel 2013/14 diventa sede distaccata del Liceo artistico) e per finire quella di Sant’Arpino (nel 2014/15 diventa sede distaccata del Liceo Siani). Attualmente il Liceo “E. Fermi” accoglie 91 classi con una popolazione scolastica di 2251 alunni.

Normalmente, si è soliti dire, la quantità non vada a braccetto con la qualità, il Liceo Scientifico “E. Fermi” ha sfatato anche questo stereotipo.

Fin dal 1968 cominciarono ad essere autorizzate da parte del Ministero le prime sperimentazioni, si cominciò a parlare di compresenze, di recupero, di programmazione educativa e didattica, di verifica e valutazione. Le sperimentazioni autorizzate erano isolate ed erano difficilmente esportabili in altri contesti, mancando una normativa che potesse regolare le iniziative.

Ma l’esempio più importante di sperimentazione, che è rappresentato dal Piano Nazionale per l’Informatica (PNI) che fu avviato nel 1985, per introdurre l’uso del computer come strumento didattico e per aggiornare i docenti di matematica e fisica, vide il Liceo Fermi in prima linea.  Fu organizzata dal Ministero una rete di scuole in cui operavano piccoli gruppi di formatori esperti sia nella didattica delle discipline sianell’uso del computer. Il lavoro fu vasto, aumentando il numero delle ore d’insegnamento, lasciando ai docenti la possibilità di optare per l’insegnamento di una sola delle discipline di indirizzo in modo da valorizzare al massimo le loro competenze scientifiche con riferimento al titolo di studio posseduto.

Inoltre, l’esigenza di adeguare le strutture formative esistenti ai contesti europei e internazionali mediante l’insegnamento compiuto, coerente ed efficace delle lingue straniere si espresse nell’adesionedel Liceo alla sperimentazione della circolare Ministeriale 8 giugno 1992, n. 198. Lo studio quinquennale parallelo di due lingue straniere, proprio per l’innesto su un piano curricolare tradizionale contenuto in termini orari, consentiva di venire incontro alle esigenze di maggior competenza linguistica proprie del contesto europeo contemporaneo e mantenere alta la motivazione degli alunni in relazione allo studio di entrambe le lingue sentite come uguali per il loro status all’interno del curricolo nonché andareincontro alla domanda di formazione linguistica espressa dalle famiglie, specialmente in relazione all’inglese, sentito come più veicolare di altre lingue. Nel 2010, ai fini della razionalizzazione delle risorse finanziarie e umane utilizzate nel mondo della scuola, anche il Liceo deve fare i conti con i decreti di riordino dei Licei (DPR 89/2010), il cui aspetto più rilevante è la drastica riduzione degli innumerevoli indirizzi, maxi e mini sperimentazioni. Spariscono, in ottemperanza al decreto, quindi, PNI e Bilinguismo dalle classi sperimentali, lasciando il passo all’attuazione della metodologia CLIL, acronimo di Content and Language Integrated Learning, (apprendimento integrato di lingua e contenuto), che diventa una delle principali sfide linguistiche per l’insegnamento delle lingue straniere. Nato agli inizi degli anni ’90, il CLIL, come dispositivo metodologico, doveva realizzare di primo acchito l’insegnamento di una disciplina non linguistica (DNL) in lingua straniera; di fatto però i risvolti positivi di questa nuova pratica didattica si estendono a diversi ambiti dell’apprendimento: il CLIL è un mezzo di educazione interculturale, permette di sviluppare l’approccio plurilingue, è uno strumento in grado di consentire, più di ogni altro, paragoni interlinguistici tra le lingue coinvolte, tutto a vantaggio di abilità e conoscenze che si rafforzano reciprocamente.

Da questa ricostruzione narrata, si desume senza ombra di dubbio che il nostro Liceo in questi cinquant’anni ha saputo costruire il proprio cambiamento senza stravolgere l’impostazione originaria, si è progressivamente aperto al territorio e alla società mirando all’integrazione delle moderne tecniche e tecnologie con la profondità di percorsi metodologici e didattici all’avanguardia. Ha saputo coniugare negli anni una solida cultura scientifica con un occhio attento alle esigenze della società della conoscenza e della valorizzazione del capitale umano. Ciò ha portato il Liceo ad aderire al movimento di idee delle Avanguardie Educative e a curvare i propri indirizzi nel 2012/13 con l’apertura del Liceo Scientifico Opzione Scienze Applicate, nel 2015/16 con le Classi 2.0, nel 2016/17 con le classi a indirizzo Cambridge International, e – ultimi arrivati – con il Liceo Scientifico Bio-medico e il Liceo Matematico Potenziato.

Campo di calcio
Campo di calcio

La specializzazione dei percorsi nasce dalle esigenze diversificate dei tantissimi alunni, in media 600 all’anno che riescono ad essere iscritti al Fermi (la mancanza di aule non permette di accogliere tutte le iscrizioni) che scelgono il Liceo per le enormi opportunità formative che offre e per l’attenzione che riesce a dare ad ognuno di loro.  Al Fermi l’inclusione non è un altro adempimento burocratico, i nostri alunni non sono numeri o etichette, ma sono il messaggio vivente del futuro che stiamo costruendo qui e ora. La nostra responsabilità più grande è quella di comprendere e aiutare a crescere, al di là di qualsiasi pregiudizio. L’innovazione metodologica e la curvatura dei percorsi curricolari sono gli strumenti per incentivare il ruolo degli studenti offrendo loro un diverso modo possibile di “stare a scuola”.  Mettere al centro lo studente ha significato farlo uscire dalla fase di protettorato e vederlo come risorsa, risorsa da rendere sempre più autonoma e protagonista, interlocutore capace di parlare con la propria voce evidenziando da sé le necessità e formulando in autonomia le proposte. Progetti formativi nuovi hanno valorizzato in questi anni la loro creatività, offrendo piena dignità alle culture giovanili, favorendo l’uso di strumenti di dialogo e comunicazioni (laboratorio Cross Medial) nella consapevolezza che non si dà apprendimento senza gratificazione emotiva. Diceva Freud nel 1910: «la scuola deve creare nei giovani il piacere di vivere…». E la persistenza della formazione globale degli alunni, obiettivo finale irrinunciabile.

I suoi primi cinquant’anni coincidono con la stagione dei bilanci sociali, delle autovalutazioni, del miglioramento. Il miglioramento continua: siamo fra quei cinquantenni che pensano a progetti ambiziosi… Ci stiamo interrogando sull’identità culturale della nostra scuola partendo proprio dall’analisi rigorosa dei nostri successi e dei nostri errori per arrivare a dare sistema, metodo, forza, continuità e stabilità alle nostre scelte e ai nostri obiettivi: dare voce, attraverso la formazione dei nostri alunni, ad un territorio che merita di più. In molte direzioni sono andati i ragazzi e le ragazze del Fermi, avvocati, giudici, docenti universitari, manager affermati, politici, giornalisti, ma tutti, in un modo o nell’altro hanno saputo mettere a frutto i loro sacrifici nell’affrontare una scuola non sempre leggera. Al loro esclusivo servizio ci sono stati e ci sono centinaia di docenti, decine di collaboratori scolastici e di assistenti amministrativi, qualche preside: persone consapevoli della necessità di un impegno costante in una età delicatissima ein un momento della vita particolare, quell’adolescenza che secondo gli studiosi, oggi finisce oltre i trent’anni… Forse non sono stati tutti all’altezza delle aspettative, ma tutti, tutti hanno dato qualcosa, hanno lasciato un segno.

Qualcuno ha detto che per andare avanti bisogna guardare indietro, la nostra storia di ricerca, innovazione, sperimentazione continua, anche per il futuro, con uno slancio rinnovato e con solide motivazioni di tutti.

Il Ministro Giannini, in visita alla nostra scuola, accolta da una cornice di alunni straordinaria, chiuse il suo intervento con una affermazione che possiamo sicuramente condividere e lasciarla ai posteri: «Questa non è una scuola grande ma una grande scuola!».

Cosa Facciamo

Il Liceo Scientifico Enrico Fermi ha fin dalla sua istituzione, nell’anno scolastico 1967/1968, prodotto istruzione per un numero elevatissimo di studenti. Al Fermi si sono diplomati circa 12.000 studenti, la popolazione di un Comune di media dimensione. La prima sede nella quale è iniziata la missione nel campo dell’istruzione fu scelta in via Ettore Corcione, nei garage del palazzo Scala e successivamente fu trasferita nel parco Coppola. Per alcuni anni il Fermi ha condiviso i locali con il liceo classico “Cirillo” prima e con l’istituto magistrale “Jommelli” a causa della limitata disponibilità di aule in grado di soddisfare una domanda di formazione in forte crescita. In seguito, dall’anno scolastico 1973/1974, il Fermi ha operato nell’ex convento del Carmine, poi nella definitiva, che lo ospita attualmente, in via Enrico Fermi.

Numeri elevatissimi quelli che riguardano gli studenti che hanno frequentato il Liceo Fermi al punto tale che potremmo parlare di aver generato un esercito! Lo potremmo definire l’esercito della salvezza, non il movimento evangelico fondato nel 1865 da William Both, ma esercito della salvezza perché ha sicuramente contribuito a creare e diffondere anticorpi sani per sfuggire alle maglie della criminalità organizzata. Va infatti ricordato che il territorio dell’Agro aversano è stato per tanti anni ostaggio della prepotenza di una delle più articolate organizzazioni criminali di stampo camorristico che a partire dagli anni ‘70 del passato secolo, ha esteso i suoi tentacoli in ogni dimensione della vita sociale ed economica del territorio. Un sodalizio criminale che ha posto un enorme peso sul sentiero di crescita e di sviluppo del territorio provocando morti e condizionamento delle relazioni sociali oltre che di quelle economiche.

La presenza sul territorio del Liceo Fermi ha contribuito ad accrescere l’offerta formativa in un territorio difficile generando con molta probabilità negli studenti una coscienza critica e di contrasto che li ha tenuti lontano dalle maglie di una rete che è stata terribilmente estesa in lungo e in largo dai clan di camorra. Il Fermi ha contribuito così a mantenere lontano tanti ragazzi dalla malavita, dalla droga, dall’ignoranza e dalle tante negatività che una mancata istruzione può contribuire a causare.

Liceo Fermi, festa dei 50 anni

Ecco alcuni dei momenti della festa dei 50 anni del Liceo Fermi

Cosa dicono gli ex studenti

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